venerdì 25 maggio 2018

il biocemento - il materiale dell'edilizia del futuro



La nascita del biocemento segna un punto di svolta nell’edilizia, in quanto questo materiale rappresenta una grande innovazione che unisce il campo della microbiologia a quello dell'edilizia . Grazie a dei ricercatori olandesi infatti, nasce questo materiale di natura  ecologica che dona al cemento una resistenza molto più lunga del normale cemento consentendo alle costruzioni realizzate con il biocemento una maggiore durabilità.
Nel 2006 venne realizzata per la prima volta una tipologia di cemento che avesse delle qualità autoriparanti e, nel giro di tre anni, il microbiologo olandese Henk Jonkers applicando la microbiologia al campo dell’edilizia, cominciò questo processo di ricerca e nei suoi laboratori universitari  venne creata una qualità di cemento che si ripara da sola attraverso l’uso di batteri. Infatti, gli studiosi hanno ideato un cemento che nasce dalla miscela di acqua, sabbia e detriti, in cui sono inclusi dei batteri che si attivano a contatto con l’acqua che si infiltra nel materiale fra le fessure che si creano nel tempo, generando della calce che è in grado di chiudere autonomamente le crepe del calcestruzzo.


Per realizzare questo ingegnoso ed utilissimo materiale, hanno infatti dovuto ricercare una tipologia di batteri che avessero la capacità di sopravvivere in un ambiente di natura alcalina e di tipo molto secco, come può esserlo, appunto, il cemento; i batteri, inoltre, dovevano essere in grado di rimanere totalmente inattivi per svariati anni ed attendere le prime infiltrazioni di acqua per dare il via alla loro attivazione.
Per fornire una fonte di cibo, invece, ai batteri per far sì che questi potessero dare il via alla necessaria produzione di calce utile per la riparazione di una determinata crepa si era pensato, in primo luogo, di usare uno zucchero ma questo, indebolisce la struttura del cemento; allora, gli scienziati hanno mescolato i batteri con del calcio lattato inserendo entrambi i componenti, nell’impasto del cemento ancora bagnato, in delle particolari capsule composte da plastica biodegradabile, così, nel caso in cui all’interno del cemento vengano a formarsi delle fessure in cui penetra l’acqua, la capsula avrà modo di sciogliersi dando il via all’attivazione dei suddetti batteri. Quindi, quando questi entrano in contatto con il liquido, cominceranno a germinare e tramite il loro metabolismo il lattato di calcio verrà convertito in carbonato di calcio, realizzando, così, la calce, che andrà a riparare autonomamente le crepe formatesi nella struttura, risanandole.
Attraverso una serie di test ben analizzati in laboratorio si è visto che per l’utilizzo specifico di un materiale come il biocemento in edilizia ci sono ancora molti studi da effettuare. Al momento la scoperta del biocemento ha permesso, però, di realizzare una, seppur piccola, speciale torretta di controllo che è stata edificata, volutamente, sulle sponde di un lago. La scelta del luogo è stata fatta proprio per permettere che ci fosse un corretto comportamento da parte del materiale analizzato al di fuori dei locali di laboratorio ed in ambienti esterni.
Questa invenzione, ha però ancora necessità di notevoli perfezionamenti ma, già da ora, è possibile affermare che il biocemento apre delle enormi prospettive di miglioramento nel campo dell’edilizia
In ultimo, si può quindi affermare che con l’innovativo biocemento ci troviamo davanti ad una nuova era in cui gli edifici costruiti si possono definire di natura biologica ma non soltanto, in quanto, essi saranno anche duraturi nel tempo ed in gradi di autoripararsi nel caso in cui si creino delle crepe; ciò apporterà, non solo un notevole impatto positivo sull’ambiente, ma anche notevoli risparmi economici, in quanto, i costi per la manutenzione degli edifici, si troveranno, quasi del tutto ridotti allo zero.

lunedì 7 maggio 2018

La Kallis House di Rudolph Schindler, una dimora in vendita che non ha perso il suo fascino



La Kallis House, la celebre residenza di cui vi parliamo oggi si trova a Los Angeles è stata  progettata dall’architetto viennese Rudolph Schindler nel 1946 ed è stata messa in vendita nell'ultimo anno per circa tre milioni di dollari.
La struttura fu commissionata nel 1946 da Mischa Kallis, all’epoca art director degli Universal Studios, che decise in seguito di venderla al pianista Jacqueline Sharlin e alla sua compagna.
Kallis House è collocata sul fianco di una collina ed è distribuita su più livelli; si riconosce per le sue forme geometriche e per la serie di listelli di legno che ne consente la perfetta simbiosi con la natura circostante. È composta da due edifici separati, collegati mediante una terrazza che si affaccia direttamente sul passo Cahuenga, oggi coperta per creare un ambiente aggiuntivo.
Con i suoi 266 metri quadrati, presenta quattro camere da letto e tre bagni, e accoglie arredi creati ad hoc dall'architetto stesso e alcune opere dell’artista americano Peter Krasnow. Per la sua posizione privilegiata e grazie alle numerose finestre a tutta altezza che ritmano gli ambienti, è particolarmente luminosa e concede una vista spettacolare sulle San Gabriel Mountains








L'architetto viennese ha inserito sapientemente la villa tra le colline di Hollywood, frammentandola in diversi volumi che scendono lungo il pendio e rivestendola esternamente con listelli verticali di legno che la integrano perfettamente con l'ambiente naturale fatto di alberi e cespugli alti. La casa difatti sembra "scomparire! tra gli alberi.