lunedì 26 febbraio 2018

Parliamo di design- Parliamo di Le Corbusier





A proposito di Le Corbusier, si potrebbe davvero scrivere un blog intero, si potrebbe dedicare a questo geniale innovatore un'intera rassegna di articoli dato che si tratta di uno degli architetti più innovativi, monumentali ed illustri del XX secolo. 

Le Corbusier, pseudonimo di Charles-Edouard Jeanneret, nato a La Chaux-de-Fonds, in Svizzera, il 6 ottobre 1887, è "l’architetto" per eccellenza del XX secolo, senza dubbio  il designer e il creativo più studiato, ammirato, criticato ed ovviamenrte imitato. 
Nessuno più di lui è stato in grado di dimostrare l’importanza della committenza per l’architettura e l’urbanistica contemporanea.



Siegfried Giedion, storico dell’architettura, afferma che la funzione storica  che contraddistingue tutta l'opera di Le Corbusier dagli altri, risiede nel fatto che egli fu contemporaneamente capace di essere  pittore, architetto e poeta. 
Non c'è da stupirsi alla fine che, questo “uomo di lettere” (come era la sua reale professione dichiarata sul passaporto) si sia interessato in maniera quasi ossessiva al concetto dello spazio attrezzato




È il 1928 quando Le Corbusier debutta come designer, realizzando insieme a Charlotte Perriand una linea completa di mobili destinati a diventare veri e propri classici dell’arredamento. In verità, però, Le Corbusier non parla mai di arredamento, ma appunto di spazio attrezzato oppure si esprime cn il termine più specifico di : attrezzatura dell’abitazione
L’idea essenziale del suo stile, non a caso, è quella del ritorno all’essenzialità dei mobili attraverso la semplicità, l'uso specifico, la praticità e il recupero dell’elementare funzionalità del pezzo. 
Fra il 1926 e il 1930 sono numerosi gli architetti che sfruttano il tubolare metallico per la realizzazione di mobili; in questa tendenza si inserisce anche la linea disegnata dallo studio di Rue de Sèvres, quella che sarebbe finita ad arredare le ville Church e La Roche. Per la loro linea, Le Corbusier e Charlotte Perriand puntano al rigore assoluto: un mobile deve rispondere a  delle esigenze funzionali oltre che legarsi all’architettura. 


L’attrezzatura contenuta in quella che viene definita la complessità dell’abitazione viene concepita per rispondere funzionalmente alle esigenze, per essere a misura di corpo umano. 
Tavolo, sedia, chaise longue, letto, poltrona ritornano all’essenziale; il loro punto di forza è la semplicità del disegno e delle strutture, che sembrano assecondare  in ogni forma la biologia dell’essere umano. 
Sempre in nome di un assoluto rigore dello spazio, Le Corbusier crea i casiers, un concetto che ai nostri occhi pare elementare ama che per il tempo era del tutto innovativo, cioè i raccoglitori; elementi contenitivi dove riporre oggetti generici, da accostare o sovrapporre in un gioco di incorporamento. 
Esteticamente ed architettonicamente vi è una corrispondenza con l’architettura purista tipica di Le Corbusier: semplicità e pulizia  delle linee, delle strutture e dei materiali. 


In seguito al grande successo dopo l'esposizione al Salon d’Automne, l’intera linea ed i mobili Casiers iniziarono ad essere prodotti dalla Thonet, in serie industriale fino a divenire dei veri e propri  pezzi cult del design d’interni, agognati, imitati e tutt'ora valutati e prodotti.