La tecnologia, la ricerca e lo studio dei nuovi materiali sono una preziosa risorsa, soprattutto quando risolvono i problemi reali delle persone, delle città e dei luoghi abitativi in generale e migliorano effettivamente l’impatto che la civiltà umana ha sull’ambiente.
L’innovazione tecnologica sui materiali in architettura sta creando nuove possibilità e un nuovo modo di progettare ma, soprattutto, sta riducendo di gran lunga il costo energetico di costruzione e il dispendio che occorre per mantenere gli ambienti interni alla giusta temperatura in ogni stagione.
Eccovi cinque nuovi materiali che secondo noi rivoluzioneranno l’architettura nei prossimi anni.
Mattoni più efficienti dai mozziconi di sigarette.
Il portacenere di un uomo diventa il materiale da costruzione per un altro. I ricercatori del Royal Melbourne Institute of Technology hanno sviluppato una tecnica che consente di creare mattoni da quei piccoli pezzettini di plastica e cellulosa che costellano i bordi delle nostre strade. Il team di studiosi ha scoperto che la fabbricazione di mattoni di argilla con l’1% del volume composto da mozziconi può compensare totalmente la produzione mondiale di sigarette e allo tempo stesso creare un mattone leggero ed efficiente. Una bella soluzione che potrebbe risolvere un grande problema ambientale e alleggerire una grande fonte di consumo.
Pareti che autoregolano la temperatura interna
Il team dell’Istituto per l’Architettura Avanzata della Catalogna (IAAC) ha creato un nuovo materiale chiamato Hydroceramics. È composto da bolle di idrogel che sono in grado di mantenere fino a 400 volte il loro volume in acqua. Grazie a questa proprietà, le sfere sono quindi in grado di assorbire l’umidità dell’ambiente, e nei giorni più caldi, far evaporare il loro contenuto, riducendo in questo modo la temperatura ambientale, con un fenomeno fisico che è virtualmente identico a quanto avviene sulla pelle umana. In questo modo si potrebbe diminuire l’impiego di climatizzatori d’aria tradizionali, abbassando notevolmente i consumi elettrici.
Fibre sintetiche contro i terremoti
La società giapponese Komatsu Seiren Fabric Laboratory ha brevettato il più leggero rinforzo antisismico del mondo. Il suo nome commerciale è Cabkoma ed è una nuova tipologia di fibra di carbonio che viene ricoperta di fibre sintetiche inorganiche e poi di nuovo ricoperta da una resina termoplastica. La sua applicazione è tanto semplice quanto geniale: filamenti di fibra del diametro di circa un centimetro vengono stesi dalla sommità dell’edificio verso il terreno circostante, creando una raggiera di fibre simile, nel suo funzionamento meccanico, ai raggi della ruota di una bicicletta. In questo modo tutti i movimenti che l’edificio compie durante un evento sismico vengono compensati ed ammortizzati dalle fibre.
Un mattone contro l’inquinamento
Il concetto alla base del progetto Breathe Brick è Cyclone Filtration, un’idea presa dagli aspirapolveri moderni. Questa tecnica consente di separare le particelle contaminanti pesanti dall’aria e di intrappolarle in una tramoggia rimovibile posta alla base della parete. Il mattone Breathe Brick è stato progettato per sostituire il normale sistema di ventilazione di un edificio, sulla facciata viene disposto un doppio strato di mattoni: quelli filtranti all’esterno e quelli isolanti all’interno. In questo modo è possibile migliorare notevolmente la qualità dell’aria che gli utenti dell’edificio respirano.
Il cemento diventa intelligente
L’università tecnica di Delft, in Olanda, ha sviluppato un prototipo di biocemento capace di autoripararsi i danni e le crepe che si creano nel corso degli anni. L’innovazione brevettata dalla Delft è sbalorditiva perché si basa sull’inserimento di una particolare specie di batteri all’interno del normale calcestruzzo. I suoi effetti vanno ben oltre la riparazione di danni estetici esterni, perché questo biocemento è in grado di sanare anche le crepe più profonde, quelle che espongono le barre di acciaio agli agenti atmosferici, compromettendo le qualità meccaniche della struttura.
Con questo nuovo materiale sarà quindi possibile sottodimensionare, rispetto ai parametri attuali, le strutture di acciaio, abbassando quindi i costi costruttivi.
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